Patagonia
Febbraio 2010
…alle 10.30 ora locale il comandante, come da prassi, avvisa che sta cominciando la fase di discesa e che occorre raddrizzare lo schienale ed allacciare le cinture; ma è solo una prassi per cui tutti continuano tranquillamente a dormire, leggere un libro, vedere il film, ascoltare musica fino a quando un vuoto d’aria lascia tutti col fiato sospeso. Si sente il solito oooh seguito da una serie di click da allacciamento immediato di cinture di sicurezza; quello che mi lascia interdetto però è la insolita corsa del personale di bordo ai propri posti a sedere. Capiamo subito il perché; una serie che sembra infinita di vuoti d’aria con l’aereo che perde l’assetto e scene di panico tra i passeggeri che rendono difficile mantenere un atteggiamento indifferente e la mente libera da… cattivi pensieri.
Dopo l’ultimo vuoto… il silenzio; un silenzio assordante come direbbe qualcuno, interrotto solo da qualche colpo di tosse o dai lamenti di qualche ragazzino che ancora non si è ripreso dallo spavento. Questo silenzio dura fino alle 11.10 locali, quando tocchiamo terra; un applauso liberatorio ci restituisce sorriso e parola…
…la giornata è piacevolmente ventosa e nulla fa presagire quello che di li a poco succederà; senza il benché minimo preavviso il vento cresce di intensità provocando una tempesta di sabbia che copre il cielo e riduce la visibilità a pochi metri. Una sabbiatura in piena regola; scene apocalittiche con le persone piegate per offrire meno superficie al vento, nebbia color ocra dal quale a sprazzi fa capolino qualche raggio di sole, cespugli piegati e fantasmini alti poco più di mezzo metro che ti circondano e che mantengono la loro eleganza nei movimenti anche in queste condizioni…
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