Matmata

8 maggio 1990, martedì

Aver dormito sotto terra é un'esperienza più unica che rara; il paese questa mattina è immerso nella nebbia. Appena il tempo di sederci sul bus per Gabes delle 7:30 che questo si riempie all’inverosimile; soprattutto giovani studenti. La nebbia ci accompagna fino a valle dove c’è un paesino in cui scendono tutti gli studenti. Per strada sale una donna berbera di carnagione molto scura, mani ultracolorate, stazza consistente, timbro di voce grosso, grossa personalità che per tutto il resto del viaggio è stata in piedi al nostro fianco parlando con tutti e concedendo a questi ultimi solo la possibilità di acconsentire timidamente con la testa.
A Gabes, in attesa del bus per Medenine delle 9:30, facciamo colazione al bar di fronte alla stazione con una pasta dolce e tè alla menta. Il mezzo di trasporto è un Iveco simile a quelli che nel napoletano sono scomparsi da circa dieci anni; il pavimento, anche se si nota che è stato appena lavato, è color terra e il colore originario dei sediolini di finta similpelle è solo intuibile. I poggia mano non si arrugginiscono solo perché lo sporco funge da antiruggine e attraverso il cruscotto si vede la strada tanto che dietro la pedaliera gli autisti hanno sistemato dei cartoni come paravento; del quadro strumenti solo il contachilometri e alcune luci spia sono al loro posto, il resto é mancante o penzoloni e alla sinistra del guidatore, da un buco nel pannello, esce un groviglio di fili, fusibili e piccoli relais tutti rappezzati con una quantità incredibile di nastro isolante multicolore.
Alla partenza si nota che le porte non si chiudono completamente e il parabrezza dondola paurosamente essendoci molto gioco tra le guarnizioni e quel che resta dell’arrugginita carrozzeria. Gli specchietti retrovisori sono ridotti di un quarto, uno perché rotto l'altro perché ossidato; le marce vengono ingranate con difficoltà e il motore é arrivato all’ultimo stadio, tanto che a ogni salita quasi si ferma. Nonostante tutto alle 11:30 arriviamo a Medenine pagando 1,750dt a testa; lasciamo i bagagli nel gabbiotto del bigliettaio per fare un giretto in città nell’attesa del bus per Tataouine che parte alle 14:30.
L’attrattiva di questa cittadina sono le ghorfas, piccoli locali con piccole porte messi uno sull'altro con scalette strette e ripide che portano ai piani superiori. Costruite dai nomadi, avevano la funzione di magazzini. Erano seimila intorno a 31 piazze, ora sono pochissime, in via di ristrutturazione, intorno all’unica piazza superstite adibita, tra l’altro, a vendita di souvenirs.
La tecnica costruttiva delle ghorfas è sicuramente un’eredità lasciata dai romani; questa tecnica è stata elaborata per sopperire alla mancanza di legname nella regione. Infatti i tetti sono a volta; l’intuito o la necessità poi di costruire tante unità una accanto all’altra ha permesso di ottimizzare lo spessore dei muri che così sostengono due volte contigue. La robustezza dell’insieme ha consentito la costruzione di piani superiori con la stessa tecnica. Curiosamente la mancanza di alberi nella zona impediva di realizzare la classica cassaforma di legno per sostenere la volta in costruzione costringendo i muratori a realizzare sagome accatastando sacchi pieni di terra tra i muri di sostegno.
Breve conversazione con un venditore di souvenirs della piazzetta che ci ha elencato uno a uno tutti i canali televisivi che capta dall'Italia; la sua classifica di gradimento è la seguente: 1° Canale 7 con Colpo grosso di Smaila, 2° Tele Gela che all'una di notte trasmette film osè, 3°…
Partiamo per Tataouine con minibus Iveco, 20 posti a sedere tutti occupati più qualcuno in piedi; 1,200dt a testa per circa due ore di viaggio. Sappiamo che in città c’è un solo albergo degno di questo nome ed è completo; vicino alla posta c’è l'hotel De la Paix dove per 4dt a testa otteniamo una stanza con tre letti, senza bagno, che puzza di chiuso.
Cerchiamo un mezzo di trasporto per Chenini che dovrebbe essere molto bello ma fuori mano; un autista di collettivo si é offerto per 20dt. Viene a prenderci all'hotel domani mattina alle 8:30; ci accompagna su ci aspetta poi ci riporta indietro??!? Vedremo.
Cenato al ristorante dell'hotel La Gazzelle, quello degno di nome, con minestrina in brodo, costoletta d'agnello lessa con insalata e coppa di riso, una bottiglia d'acqua, due di birra più un ottimo dessert; 11,200dt in due.

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