Foum Tataouine
10 maggio 1990, giovedì
Il giovedì è giorno di mercato; si svolge in una piazza a forma quadrata, molto ampia, circondata da portici con al centro una costruzione anch’essa quadrata. Sotto i portici sono posizionati ferramenta, sarti, venditori di tappeti e qualche macelleria; sulle gradinate, tra i portici e la piazza, si sono sistemati i venditori di motorini usati, mercanti di lana grezza di pecora, venditori di pezzi di ricambio per auto, di anfore, di stoffe, di spezie, di casalinghi. Il resto della piazza e delle strade di accesso a questa sono un insieme di venditori di frutta e verdure.
Un ragazzino berbero è venuto al mercato con un coniglietto e si è seduto in un angolo per venderlo; tra i casalinghi spiccano le posate d’alluminio fatte in modo artigianale. Il mercato è frequentato quasi esclusivamente da anziani che con i loro caratteristici abiti berberi animano l'ambiente.
Sono le 10:00, é finito l'incantesimo; non siamo più gli unici stranieri della piazza, oggetto di curiosità soprattutto dei ragazzini che ci hanno squadrato da cima a fondo. Una colonna di fuoristrada ha scaricato in piazza una marea di turisti tedeschi, spagnoli e italiani, tutti attaccati gli uni agli altri per paura delle bestie feroci.
Beviamo un bicchiere di succo di palma, conservato in caratteristiche anfore; 100 millesimi per un bicchiere abbastanza grande. E’ gradevole, leggermente dolce, fresco; il sapore è simile a quello del latte di cocco ma il liquido è più consistente e il colore tende al giallino. Dicono che fa bene allo stomaco.
Torniamo in albergo per prendere i bagagli e pagare, ma il gestore non c’è, bisogna tornare in strada a cercarlo; quest'albergo, sempre che lo si possa chiamare cosi, é stato molto divertente, perché, mancando sempre il gestore, gli ospiti sono stati costretti ad arrangiarsi da soli in diverse situazioni come quando ci è voluto un'ora di calci, pugni e martellate più una scatola di fiammiferi per mettere in funzione lo scaldabagno a gas. Pagati 16dt in due per due notti.
Il bus per Medenine della SRTG parte alle 12:00; il biglietto costa 1,200dt a testa. Il solito bus scalcagnato ha impiegato un’ora, quanto basta per perdere la coincidenza per Zarzis dell'una. L'autista a un certo punto ha preso un innaffiatore di plastica che aveva accanto e si é fatto una bella bevuta dal becco, logicamente mentre guidava. Da Medenine il bus per Zarzis parte alle 15:00, solita compagnia, prezzo 1,500dt a testa; c’è molta folla ad aspettare il mezzo che deve uscire dal deposito. Una calca infernale per entrare e alla fine solo due persone rimangono in piedi… ma non siamo noi. Lungo il percorso molte piantagioni di ulivo; costeggiato per un tratto il lago Sebkret El Melah. In questa zona quasi tutte le costruzioni, in mattoni, hanno nell’aia un’altra costruzione, in paglia, anch’essa abitata.
Alloggiamo all'hotel De Ville; costruzione nuova, acqua calda di sera, 7dt a testa con colazione. Cenato in un ristorante vicino all'albergo con insalata tunisina che è un insieme di ortaggi tagliati a piccoli pezzetti più un uovo sodo e un'acciuga sott'olio; poi un cefalo arrosto con patate fritte e pomodori. Purtroppo non servono alcolici; 11,200dt in due.
Lungo giro per la litoranea con ritorno sulla strada parallela interna; il mare è agitato per un forte vento di mare. La spiaggia è ricoperta di kiwi così come il mare tanto che l'acqua sotto costa ha un colore tendente al marrone; dove l'acqua sbatte con più violenza sulla battigia, si forma molta schiuma che ristagna per poi essere trasportata dal vento. Sul lungomare ci sono molte caserme.