Tunisi

17 maggio 1990, giovedì

Mattinata passata nei souk alla ricerca di qualche angolo sfuggito alla prima visita. Trovati i souk dei fez; é una stradina coperta le cui estremità sono delimitate da due portoni che danno su altrettante stradine. In questa stradina affacciano sia i negozietti che i laboratori; i primi nella loro piccolezza hanno due vani, uno più interno e l'altro che da sul vicolo, separati da uno steccato di legno che lascia lo spazio di una luce senza porta. I colori, dai toni tenui, spaziano dal verde al rosso violetto; in primo piano una vecchia foto incorniciata, probabilmente del fondatore del singolo laboratorio. Sia nei negozi che nei laboratori le persone che vi lavorano sono tutte anziane. Assistito alla lite tra due tunisini, uno ha l'aria di un piccolo boss della zona vestito in modo variopinto con una miriade di anelli, braccialetti e catenine d’oro come l'orologio, l’altro ha invece tutta l’aria della vittima; quando il bossetto si allontana sembra voler spaccare il mondo, tanto che tre persone a stento riescono a trattenerlo, poi quando l'altro si avvicina diventa un agnellino. Nel souk dei profumi comprate cinque stecche di profumi alle rose e annusato molti profumi all'olio. Mangiato in un ristorante del centro tutto colorato di rosso e nero compreso i camerieri; c’è una foto di Maradona con la maglia del Napoli, è incorniciata e appesa al muro in posizione un po’ decentrata rispetto a quella di Ben Alì, però più grande.
Comprata la gabbia stile Sidi Bou Said nel negozio dell'artigianato. La qualità è ottima rispetto a quella che offrivano nei vari souk e che ne avevano sconsigliato l'acquisto, 25dt scontati del 10% perché pagato in lire. Prendiamo i bagagli e aspettiamo 40’ il pullman n°35 per l'aeroporto che non passa al contrario degli altri che hanno una frequenza incredibilmente rapida; prendiamo un taxi, 1,400dt.
Al controllo passaporto ci chiedono il cartoncino compilato in arrivo che logicamente abbiamo buttato; occorre compilarlo nuovamente. La zona delle partenze è sobria ma funzionale, a parte l'aria condizionata che non funziona. L’aereo parte con mezza ora di ritardo alle 19:15; il tempo di sfogliare qualche pagina di giornale e di assaggiare il vino contenuto nel vassoio della cena che già siamo a Fiumicino. Mai come questa volta si sono espletate tutte le formalità in tempi brevissimi compreso i bagagli che sono arrivati subito. Nessun controllo doganale.

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