Lompoul
29 maggio 2023, lunedì
La notte è passata insonne sia per il vento sia per le zanzare; comunque nel totale è stata una bella esperienza. Con il camion d’altri tempi raggiungiamo le auto e con queste ci dirigiamo alla vicina costa, a Lompoul sur Mer; qui, sulla spiaggia, ammiriamo il magnifico mondo che ruota intorno alla pesca, dalle barche che si spiaggiano volontariamente a riva agli uomini che accorrono velocemente in soccorso del natante per portarlo il prima possibile in secca mentre l’ultimo marinaio rimasto a bordo a secchiate svuota la barca dall’acqua per alleggerirla il più possibile.
Sempre sulla spiaggia c’è il piccolo cantiere navale, dove il maestro d’ascia sagoma la chiglia di una nuova imbarcazione partendo da un tronco mentre i colleghi fanno manutenzione ad altre barche.
Tra i giovani pescatori, le agguerrite donne che contrattano il pescato e i vari aiutanti, sulla spiaggia si aggirano tante donne e anziani che elemosinano qualche pesce per mangiare. Non vanno mai via a mani vuote, del resto uno dei cinque pilastri dell'Islam è proprio la Zakat, l'elemosina.
Tra le barche parcheggiate, ci sono alcuni barocci trainati da cavalli di piccola taglia e guidati da bambini che attendono di essere ingaggiati per trasportare il pescato in un grande spiazzo, a fine spiaggia, dove ci sono delle postazioni grigliate per l’essiccazione del pesce; qui in grandi recipienti di plastica è recuperato il liquido perso dai pesci, ma non si capisce se per motivi igienici, per non ammorbare l’aria, o per produrre qualcosa di simile alla nostra colatura d’alici.
Stiamo percorrendo la statale in direzione nord che è parallela al mare, ma diversi chilometri all’interno. La benzina costa 990 CFO al litro mentre il gasolio 755. Il terreno che ci circonda è stepposo e in questo pascolano pochi bovini bianchi magrissimi e tante caprette; lo sterco di questi ovini è raccolto e venduto in sacchi depositati sul ciglio della strada.
Saltuariamente al color paglia predominante della steppa si sostituisce il verde di qualche mono coltura; questa è la zona delle cipolle ordinatamente allineate e alte una trentina di centimetri. L’acqua necessaria è prelevata dai tanti pozzi che si vedono; alcuni utilizzano il vecchio sistema dei secchi mentre la maggioranza sfrutta l’energia solare per alimentare le più comode pompe.
A Lèona oggi c’è un grosso mercato che si svolge lungo la statale e le stradine e piazze adiacenti; in uno spiazzo c’è un grosso camion caricato all’inverosimile con covoni di fieno che un ragazzo agile, e soprattutto non sofferente di vertigini, butta giù dall’alto agli acquirenti che poi li caricano sui propri barocci.
Tranne qualcuno che ha allestito un banco, i venditori hanno la mercanzia per terra, sulla sabbia; hanno portato la merce da vendere con i barocci che sono parcheggiati tutti in un paio di slarghi con le stanghe su e il cavallo di piccola taglia o l’asinello libero dalle briglie legato vicino.
I prodotti alimentari rappresentano la maggioranza della mercanzia dei punti vendita che sono gestiti da donne tranne i pochi macellai; la carne e i puzzolenti pesci secchi sono accomunati da nugoli di mosche che ci svolazzano intorno.
A Lèona la statale devia repentinamente verso l’interno; noi invece, al bivio, prendiamo la strada che va verso il mare. Dopo non molti chilometri transitiamo da Potou, dove è in atto un altro mercato; molto più piccolo rispetto all’altro e, forse per la vicinanza al mare, molte trattano pesce essiccato. Un po’ per l’odore forte della mercanzia, un po’ per la plateale allergia di molte venditrici agli scatti fotografici, limitiamo la visita al minimo indispensabile e proseguiamo la marcia verso il mare.
Gita pomeridiana in barca al Parc National de la Langue de Barbarie; mentre aspettiamo il nulla osta, avvistiamo, o siamo avvistati, da una scimmia color nocciola dalla coda lunga che si tiene però a distanza di sicurezza. Mentre percorriamo il sentiero che ci porterà sulla spiaggia dove ci imbarcheremo, troviamo una colonia di granchi dal carapace massiccio e una chela esageratamente più grande dell’altra, una delle tante specie di granchio violinista.
La barca è simile a quelle dei pescatori ma adattata a trasportare persone; c’è molta foschia ma questo non ci vieta di vedere tanti pellicani bianchi, cormorani, timidi aironi sia bianchi sia cenerini. Sbarchiamo su una spiaggia, dove cormorani e pellicani condividono la battigia con grossi granchi dal colore pallido, grandicelli e dalle chele simmetriche che rimangono soli quando gli altri volano via per la nostra presenza.
I pellicani sono bellissimi con il grosso becco arancio scuro sopra e giallognolo sotto e con la livrea bianca con l’ultima fila di penne delle ali scure che donano alla bestiola un tocco di eleganza sia appollaiato sull’acqua sia in volo; è il pellicano bianco maggiore.
Siamo in navigazione su queste acque in questo parco per ammirare il gran numero di specie ornitologiche che vivono e nidificano concentrate in quest’area, ma un gruppo di ragazzi che gioca a calcio su un campo improvvisato in riva al mare riesce ugualmente ad attirare la nostra attenzione; sono anni che il calcio africano sta facendo passi da gigante a livello internazionale e queste immagini ne spiegano il motivo.
Lungo la strada per Saint-Louis ci sono molte colonie di scimmiette come quella vista nel parco; sono le scimmie Patas. Hanno il dorso rossiccio e il ventre bianco sporco, una lunga coda e un visino simpatico e vispo con naso e contorno degli occhi nero, come se indossassero una maschera. Sono molto diffidenti; non si fanno avvicinare più di tanto.