Guatemala

Aprile 1998

Con un vecchio macchinone americano, guidato da un ragazzino, attraversiamo per 5$ la terra di nessuno fino alla città di frontiera guatemalteca di La Mesilla.
Ci sono molti cambiatori per strada con grosse mazzette di soldi in mano; cambiano sia i dollari che i pesos in quetzales. I pesos sono cambiati tra 0,60 e 0,70 quetzales. Dalla frontiera ci sono pochi bus che raggiungono le principali città direttamente e quei pochi non partono a quest'ora; sono le 12:15 ora locale, le 13:15 messicane. Ci tocca prendere uno dei caratteristici bus guatemaltechi, coloratissimi, affollatissimi e che fermano dappertutto; in quattro ore e 20Qz dovremmo arrivare a Quatro Caminos con un mezzo della Ruta Maya.

Dico dovremmo perché il pullman dimostra d'aver problemi sin dall'inizio; una cassetta attrezzi aperta ci da il benvenuto a bordo poi appena partiti è un continuo fermarsi per stringere bulloni, reintegrare l'acqua del radiatore che svanisce e la puzza d'olio bruciato che ci accompagna quando si va in salita e di ferodi in discesa.

A Huehuetenango, per gli amici Huehue, ci trasferiscono su un altro bus con lo stesso biglietto; gli zaini passano da un tetto all'altro mentre noi gironzoliamo nell'affollato e polveroso terminal. Delle urla attirano la nostra attenzione; sono di due donne che litigano tra loro con pugni, calci, unghiate, tiro di capelli e rotolamento nella polvere, il tutto tra l'ilarità della gente che non fa nulla per dividerle, anzi, divertita, fa il tifo per l'una o per l'altra mentre qualcuno getta sulle contendenti acqua e bibite varie provocando maggiori risa tra gli spettatori con le due che sanguinando continuano la lotta ormai più verbale che fisica avendo esaurito le energie.

La calma dei trasferimenti in bus è finita al confine messicano; se il buon giorno si vede dal mattino, in Guatemala i viaggi in pullman saranno un'avventura. La porta ed i finestrini sono costantemente aperti, sembra di viaggiare in motocicletta. I bagagli ingombranti vanno sul tetto; in tutto il mondo ci si siede in due per poltrona, qui in tre formando un'unica fila di sei persone da finestrino a finestrino. La salita e la discesa dei viaggiatori avviene quasi a volo con il secondo che da una mano a salire o a scendere in modo da effettuare l'operazione nel più breve tempo possibile. Inoltre il secondo provvede alla biglietteria ed al carico e scarico dei bagagli dal tetto, salendo e scendendo dalla scaletta posteriore col mezzo in moto e bagaglio in mano(?!?); sono agili, sfruttano i finestrini aperti per andare avanti e indietro esternamente al pullman in corsa, sono scaltri, nessuno riesce a viaggiare gratis, hanno buona memoria, salgono in anticipo sul tetto a preparare il bagaglio che puntualmente trovi a terra quando scendi.

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