Nepal
Novembre 1992
... a giudicare dal numero di nepalesi a bordo, questo bus, migliore dell’altro, è sicuramente di linea e non strettamente riservato a noi come ieri. A conferma di ciò, mentre gli altri pagano il biglietto al bigliettaio, a noi viene chiesto il biglietto rilasciatoci in partenza a Varanasi.
Il bus, fermata dopo fermata, si riempie sempre di più e gli… odori si accavallano passando dal muschio-licheno al caprino-bufalino; fa caldo, così alla fermata per il lunch decidiamo di salire sul tetto tra i bagagli. La scelta è stata felice perché appena partiti si comincia a salire in uno scenario inimmaginabile.
Si costeggia un fiume che nei secoli si è scavato una valle tra i monti; saliamo ed a tratti scendiamo senza mai perderlo di vista con alte montagne ai nostri lati. Tra questi monti vicini ma non molto alti, sui 3000mt, di tanto in tanto si intravedono delle cime innevate, altissime ma lontane.
Anche qui l'uomo ha sfidato la natura creandosi dei campi da coltivare, trasformando i pendii di questi monti in splenditi terrazzi coltivati a riso.
Dal tettuccio siamo tutti incantati, estasiati nel mirare il meraviglioso paesaggio; il fiume a tratti scende lento e sornione e a tratti si restringe diventando impetuoso con vorticose rapide. Numerosi gli occidentali che a bordo di gommoni discendono il fiume facendo rafting.
Villaggi e case isolate sparse sul versante del fiume opposto alla strada sono collegate a questa da ponti nepalesi e teleferiche a mano.
Il fiume deve essere molto pescoso; ci sono tanti pescatori e nei punti di sosta lungo la strada vendono tanto pesce, sia fresco che affumicato.
Finché il sole è alto, sul tetto si sta magnificamente; ma appena ha cominciato a calare la strada é piombata nell'ombra. Più si va avanti più fa freddo. Avendo gli zaini a portata di mano infoltiamo l’abbigliamento ma… non basta.
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