Adikas
Giovedì, 9 febbraio 2012
Questa mattina partiamo verso Cormu che si trova già nel territorio Surma per cui le guardie armate che fino a oggi servivano quasi esclusivamente per la protezione del campo da oggi serviranno anche negli spostamenti; la prima conseguenza di ciò è che dovremo viaggiare assieme ai muli anche perché i veri bersagli sono loro e di conseguenza i nostri bagagli e le nostre scorte di viveri e soprattutto di acqua.
La partenza è lenta ma dopo poco… ci fermiamo ad aspettare i muli; scopriamo dopo che i mulattieri si sono attardati a fare scorta di birra di sorgo riempiendo una delle nostre taniche blu da 10 litri.
Nell’attesa incrociamo un gruppo di Dizi armati di kalashnikov e machete dall’aria poco allegra; siamo praticamente al confine tra il territorio Surma e quello Dizi e nella notte c’è stato il furto di tre capi di bestiame attribuito ai Surma e questo gruppo era partito all’alba per cercare di recuperare il maltolto e, a giudicare dalle armi, non certo con le buone maniere. Sembra che la spedizione non abbia sortito un buon esito e ai capi di bestiame possono ormai dire addio. E’ difficile esprimere un’opinione; da una parte fa piacere che non li abbiano trovati perché in questi casi ci scappa quasi sempre il morto e dall’altra dispiace perché qui tre capi di bestiame equivalgono ad anni di lavoro e sacrifici da parte di tutta la famiglia.
Il percorso oggi è prevalentemente in discesa; siamo in piena savana con erba secca e alta in cui è difficile camminare. Stanno volutamente bruciando pezzi di questa savana per favorire la ricrescita di nuova erba per i pascoli; quando attraversiamo i tratti bruciati questa notte il terreno è ancora caldo e se sommiamo questo al sole ormai alto il risultato è per noi devastante. Assaggiata la birra di sorgo di cui i mulattieri hanno fatto scorta; ha lo stesso sapore della injera, è molto densa e poco alcolica. Troviamo un albero di lime e facciamo incetta dei suoi frutti tra quelli che mangiamo sul posto e quelli che finiscono nello zainetto.
Lungo il sentiero incontriamo i primi tre Surma; sono tre giovani vestiti con un solo pezzo di stoffa che, passando da una spalla, scende sul davanti e sul di dietro e che però non nasconde completamente… le vergogne. Gli offriamo un pezzo di barretta al miele e cereali; il più giovane dei tre l’assaggia per primo ma il suo volto esprime prima disaggio e subito dopo sputa il tutto senza ritegno ai nostri piedi, raccogliendo poi da terra le bucce del lime che sto mangiando e se li strofina sulle labbra, sui denti e sulla lingua facendo chiaramente capire che si sta pulendo la bocca dalla schifezza che gli abbiamo propinato.
Nonostante la giovane età, sono molto arroganti; cercano di prendersi le bottiglie anche se sono ancora mezze piene d’acqua, pretendono di provarsi gli occhiali magari infilandoseli al contrario ecc. Dopo una decina di minuti di cammino dalla sosta con i giovani, che si sono uniti a noi, troviamo seduti sul ciglio del viottolo tre anziani Surma di cui uno armato di mitra; tutti i nostri accompagnatori gli stingono la mano per cui ci sentiamo in dovere di farlo anche noi…
Dopo i convenevoli il più anziano comincia a chiacchierare in modo molto pacato con la guida e con i nostri armati e mi stupisco quando scopro che il succo della chiacchierata è che… ci lasciano passare in cambio di soldi! La nostra guida gli da dieci birr a testa e riprendiamo la marcia ma li abbiamo sottovalutati; dopo duecento metri veniamo fermati da altri Surma più giovani e… meglio armati a cui si aggiunge poco dopo uno degli anziani incontrato in precedenza. Inizia una estenuante trattativa tra la nostra guida e soprattutto le nostre due guardie armate che proprio perché armate incutono più rispetto e il gruppo antagonista di cui l’anziano ne è chiaramente il capo.
Vogliono 100 birr e non trattano affermando che questa è la tariffa e che altri gruppi passati di li hanno già pagato questa cifra; nonostante la finta di tornare indietro provata un paio di volte non si impietosiscono e ci tocca cedere al taglieggiamento. Mentre i Surma adulti portavano avanti la lunga trattativa con i nostri miliziani e mulattieri, donne e bambini portavano avanti un’altra trattativa con noi chiedendoci soldi o lamette o cercando di venderci piccoli flauti fatti con piccole zucche essiccate poco più grandi di una noce. Tra questi anche una donna con evidenti problemi psichici che una volta partiti si è messa alla testa della colonna sbraitando e agitandosi in maniera… comica.
Charlie è il saluto seguito da una forte stretta di mano. Arriviamo alla scuola di Cormu dove pianteremo le tende per la notte. Sono le due del pomeriggio e siamo scesi d’altitudine sui mille metri; la somma di questi due dati di fatto da come risultato un caldo soffocante tanto che crolliamo letteralmente a terra all’ombra della tettoia della scuola circondati da tutti i ragazzini e le ragazzine che abbiamo incontrato per strada e che ci hanno seguito ingrossando la nostra colonna.
Le ragazzine hanno delle belle collanine fatte di piccole perline di vari colori; enormi buchi alle orecchie che contengono piccoli piattelli o anelloni bucati di terracotta. Ai polsi portano bracciali fatti di filo di rame o ferro di grosso spessore che sfregano tra loro per emettere suoni particolari soprattutto in occasione delle danze. La stola che indossano passa da una spalla, è stretta in vita con un nastro di stoffa uguale e lascia scoperta una mammella.
Questi ragazzini sono molto incuriositi da noi; ci osservano in tutti i nostri movimenti, in tutte le nostre azioni. Pian piano cominciano a prendere confidenza e ci chiedono di poter toccare tutte quelle cose che per loro sono nuove come scarpe, capelli, zaini, peli sulle braccia e altro ma il clou si ha quando alcune ragazzine chiedono alle ragazze del nostro gruppo di poter vedere il loro seno. Al primo segno di pudicizia loro rispondono facendo notare che tutte loro il seno lo mostrano tranquillamente senza tabù per cui… permesso accordato tra l’ilarità di noi maschietti e gli oh di stupore delle ragazzine, ma non è finita… ora vogliono toccare e… decine di mani si infilano tra le coppe dei reggiseno tra i gridolini di stupore delle ragazzine e il… palpabile imbarazzo delle proprietarie dei seni. Il clou di questa scena dai contorni non solo comici si è avuta quando un bambino di un paio d’anni evidentemente affamato si è fatto largo tra le ragazzine e ha cercato di attaccarsi a una tetta tra l’ilarità, a questo punto, di tutti.
Dei ragazzi provenienti dal fiume hanno cercato di vendere il pesce da loro pescato. Non sembra freschissimo; o il fiume è lontano o hanno impiegato molto tempo a pescarlo e vista la temperatura… Li hanno comprati i nostri mulattieri; sono una decina di pesci gatto di uno, due etti l’uno per venti birr.
Facciamo una breve escursione verso la vicina fonte; per primi incontriamo due ragazzi col corpo completamente dipinto, poi la componente femminile di una famigliola che sta zappettando il terreno vicino al proprio tucul. Alla fonte troviamo degli uomini non più giovanissimi ma con dei corpi statuari che si lavano prima e si disegnano i corpi dopo.
Sulla via del ritorno ci sono tanti bambini col volto completamente dipinto di bianco come tanti fantasmini. Per essere fotografati tutti hanno preteso soldi o lamette da barba; anche qui lunghe ed estenuanti trattative per ottenere il permesso di poter fotografare, tutti e senza limiti e la costante comune è stata che… fatte le foto hanno preteso più di quello pattuito rincorrendoci e minacciandoci per ottenere il di più.
Il terreno viene zappettato a mano con delle vanghe piccole a forma rettangolare senza l’aiuto dei piedi.
Alla fonte gli uomini completamente nudi prima si lavano e poi si passano sul corpo una polvere color cenere bagnata con l’acqua coprendo con questa il corpo con uno strato omogeneo. Quando il corpo è ancora bagnato entra in gioco… l’artista che disegna il corpo usando le unghia al posto della matita; in pratica dove passa con le unghia toglie lo strato di cenere dal corpo così quando questo è asciutto si presenta come un disegno grigio color cenere su sfondo nero color pelle.