Cormu
Venerdì, 10 febbraio 2012
Facciamo un giro nei dintorni; è presto. Un paio di ragazzini che ieri sera si erano trovati col viso completamente dipinto di bianco questa mattina si son fatti trovare con una mezza zucca secca in testa ricoperta di penne; ci sorpassano di corsa e si fermano in punti a favore di luce per farsi fotografare e… pagare; quando tutto il gruppo e passato ripartono di corsa, ci sorpassano e raggiungono una postazione successiva. Man mano che si avanza le teste piumate aumentano segno che molti ragazzini sono rimasti spiazzati dalla nostra partenza mattiniera.
Quello che mi stupisce è che i posti dove si fermano sono fotograficamente eccellenti, impossibile che sia sempre il caso o che sia una loro scelta. Ho il sospetto che ci sia stato o c’è una regia superiore…
Oggi a scortarci in testa alla colonna c’è il re Surma della zona; ieri non aveva potuto fare gli onori di casa e in sua vece era venuto il fratello. A vederlo è una macchietta con il suo sottovaso verde come cappello.
Il percorso che porta al fiume non è agevole con grossi massi su cui salire o scendere o passare da uno all’altro; siamo oramai sotto i mille metri e la temperatura è alta anche al mattino.
Arrivati al fiume assaggiamo subito un’ottima acqua ferrosa leggermente frizzante che sgorga da una sorgente tra le rocce color ocra; non è fredda come speravamo, è su 25 gradi. Intanto i ragazzini che ci hanno seguiti fin qui si son tolti i copricapo e hanno preso possesso di una grossa pozza d’acqua in cui si tuffano a ripetizione; li imitiamo. Ci spogliamo e giù in acqua; non è fredda, forse c’è più di una sorgente d’acqua calda che mitiga la temperatura in questa zona del fiumiciattolo. Comunque è piacevolissimo.
Intanto i ragazzi usciti dall’acqua hanno cominciato a dipingersi il corpo così come ieri lo facevano gli adulti incontrati alla fonte. Il colore però ora è ocra ottenuto frantumando finemente pezzi delle rocce che ci circondano che bagnano e che passano uniformemente sul corpo prima di iniziare l’opera artistica; mentre ieri l’artista era un esterno oggi questi ragazzi sono al contempo la tela per se e la matita per gli altri.
Altri ragazzi, sicuramente più artistici, utilizzano un pezzo di canna opportunamente sagomato da un lato come timbro e ornano il loro corpo con tanti cerchietti di tre colori diversi, grigio, ocra e rosso ottenuti tutti allo stesso modo frantumando pietre di colori diversi presenti in zona; il rosso è ottenuto dalle pietre arrugginite dall’acqua ferrosa.
Le ragazzine si dipingono in maniera uniforme volto e petto di bianco e completano l’opera con puntini color cenere, rosso e ocra; molto carine. Finiti i disegni passano tutti sulla riva dove siamo noi e si posizionano al sole per asciugarsi rapidamente in modo che i disegni prendano forma.
Anche i ragazzini non sfuggono al modus operandi degli adulti per cui pattuita una cifra per le foto, dopo gli scatti, ne pretendono o cercano di ottenere di più.
Questa atmosfera idilliaca viene bruscamente rovinata da un gruppo di adulti che via via si è venuto formato di cui alcuni armati di kalashnikov; a un certo punto hanno preteso soldi per farci rimanere sul posto. E’ partita la trattativa e a fare i nostri interessi come al solito guida e fucilieri ma senza troppo entusiasmo tanto che Mannaie a un certo punto visibilmente scocciato ci dice che è meglio andar via; ci rivestiamo ma al momento di andare via ci sbarrano la strada. Ripartono le contrattazioni e questa volta con più vivacità; un anziano armato ha parlato pacatamente per molto tempo senza che si riuscisse a capire il senso del discorso nemmeno dalle espressioni. Forse lo scopo della filippica era solo quella di convincerci a pagare perché quando per sfinimento abbiamo chiesto la cifra la trattativa si è spostata verso un anziano che finora era restato in disparte come a dire… prima o poi dovete passare da me! Dopo l’ennesima lunga ed estenuante… chiacchierata il prezzo del taglieggiamento è stato fissato in 200 birr.
In tutto questo il nostro re ha contato come il due di picche a briscola… del resto cosa si poteva pretendere da un re che al posto della corona porta in testa un sottovaso verde…
La via del ritorno non è piacevolissima; quella che all’andata era discesa ora è salita e al frescolino della mattina si è sostituito il caldo del mezzodì... Dopo un paio di brevi ma necessarie soste lasciamo la via del ritorno per raggiungere un piccolo agglomerato di tucul situati sulla collina che guarda il nostro campo.
Un paio di donne anziane sedute al sole si passano una zucca trasformata in pipa da cui aspirano avidamente il fumo e altre due donne con tanto di piattello labiale stanno macinando il granturco con metodi alquanto antiquati… un’altra donna sta modellando con cura con le mani un pezzo d’argilla inumidito per ricavarne un piattello labiale e tutto questo tra anziani, bambini e cagnetta con cuccioli che ci guarda… in cagnesco. Anche qui la visita è cominciata amichevolmente con decine di strette di mano al suono di charlie, charlie, è proseguita con la contrattazione per stabilire il prezzo per le foto e si è conclusa con tutti i personaggi del villaggio, cagnetta compresa, che ci rincorrevano per chiederci altri birr oltre quelli pattuiti.
Assistiamo alla scarificazione; una donna con bambino in groppa opera e due ragazze, di cui una è una bellissima adolescente, subiscono l’operazione. La punta di un legnetto viene passato sulla pelle delle giovani e il segno che lascia è il disegno che si vuole ottenere; in tutti e due i casi si tratta di continuare un’opera già cominciato da anni. Con la spina di un arbusto che ha la punta uncinata la donna con mano ferma aggancia la pelle in un punto lungo il disegno fatto prima, la solleva e con una lametta che tiene nell’altra mano taglia di netto il pezzettino di pelle subito sotto la spina uncinata; in successione provoca una serie di piccole ferite sanguinanti equidistanti e la velocità di esecuzione denota una certa familiarità con questo tipo di operazione.
Il sanguinamento viene tamponato inizialmente con foglie poi, finita la serie di tagli, le ferite vengono trattate con la cenere che provocherà un’infezione che a sua volta provocherà un ispessimento della pelle rigenerata che è alla fine l’effetto desiderato. L’altra ragazza, alle spalle dell’operata di turno, le tiene chiusi gli occhi con le mani e nello stesso tempo le tiene la testa per non farla muovere troppo. Non è uno spettacolo bello da vedere ma indiscutibilmente il risultato finale con questi corpi scolpiti in rilievo è affascinante.
A poche decine di metri dal nostro campo c’è un enorme albero su cui si arrampicano in modo acrobatico i ragazzini per mangiarne i frutti. Questi si presentano in grappoli, sono tondi e di piccole dimensioni e sbucciati dalla fine pellicina hanno un sapore simile ai nostri fichi.