Grosseto
6 febbraio 2010, sabato
Partenza da Grosseto con IC 505 alle 12.28 in perfetto orario. Da casa il taxi mi è costato € 11; un po’ caro per meno di 3 chilometri. Mi rivedranno solo in caso di necessità. Da Ostiense treno metropolitano per Fiumicino. L’appuntamento con gli altri è al Terminal 3; all’uscita della stazione ferroviaria dell’aeroporto diamo uno sguardo al primo tabellone che incontriamo per vedere se il nostro aereo è già segnalato. Purtroppo si, è l’unico volo il cui orario previsto è diverso da quello prescritto; il nuovo orario è 23.55 con sei ore di ritardo. Controlliamo gli altri tabelloni ma il risultato è lo stesso.
Check-in allo sportello 406 riconoscibile perché è l’unico con una fila chilometrica; ci sono quattro sportelli aperti per cui la fila si risolve in meno di un’ora. Una signora italo argentina ha tre borse da spedire ma ne sono consentite solo due; la differenza è di € 120, non poco. La ragazza ci informa che abbiamo diritto alla cena nel ristorante vicino all’uscita G1; la nostra è la G5.
Il controllo bagaglio a mano, scortese ma veloce, è effettuato da personale civile mentre il controllo passaporti è svolto velocemente dagli agenti della Polizia di Stato. Il volo è l’AR 1141; i bagagli vanno ritirati a Buenos Aires perchè per la coincidenza occorre cambiare aeroporto. Abbiamo già la carta d’imbarco per il volo per Trelew di domani, AR 2810 con imbarco alle ore 16.05.Al ristorante è sparita quasi tutta la scelta di pietanze che avevamo visto nel giro di ricognizione; è rimasto solo petto di pollo e merluzzo… molto fritto più la pasta dall’aspetto poco invitante. La birra non è compresa ma a me non la fanno pagare al contrario di Azelio.
Bighellonando nel Terminal per far passare il tempo entro in un Duty Free di tabacchi e liquori; vedo un ragazzino che fa roteare pericolosamente il giaccone tra le bottiglie di ottimo whisky. Attiro la sua attenzione per cercare di prevenire il danno e quando si gira mi accorgo che è Down. Mi chiede se può andare in aeroporto, gli rispondo che è in aeroporto ma lui precisa che è in un negozio; mi sento perso, mi guardo intorno ma il negozio è vuoto tranne i due addetti che al mio sguardo d’aiuto… si girano dall’altra parte. Gli chiedo del padre e lui insiste che vuole andare all’aeroporto, provo a chiedere della madre e lui… vuol essere aiutato a indossare il giaccone. Finalmente arriva la madre, cerca di tranquillizzarlo e io ne approfitto per fare gioco di gambe ma lo sento chiamare… signore... signore…
Intanto l’ora di partenza è stata posticipata alle ore 0.30; l’aereo è arrivato e lo stanno preparando ma quando anche il nuovo orario di imbarco passa qualcuno accenna timidamente a protestare ma la maggioranza degli aspiranti viaggiatori è ormai rassegnata.