Puerto Madryn
9 febbraio 2010, martedì
Oggi si va verso Punta Tombo dove ci aspetta una della più grandi colonie di Pinguini di Magellano. Lungo la strada ci sono degli altarini dedicati a Gauchito Gil, riconoscibili perchè sono colorati di rosso con bandiere e fiori dello stesso tipo, o dedicati alla Difunta Correa riconoscibili dalle tantissime bottiglie d'acqua lasciate nelle vicinanze. Entrambi sono legati a leggende che vogliono i protagonisti morti per dare la vita.
Uscendo da Puerto Madryn c'è una serie di colline di diverse altezze con una netta linea di demarcazione orizzontale che divide la parte inferiore di colore bianco da quella superiore color ocra; la Patagonia qualche anno fa era sotto il livello del mare e il colore bianco sta a indicare un periodo in cui le acque erano relativamente calde e calme mentre l’ocra testimonia il successivo raffreddamento delle stesse con conseguente cambiamento degli abitanti del mare e quindi dei sedimenti e del colore degli stessi.
Il sentiero inizia subito dopo l'ingresso al parco; in alcuni punti c'è una staccionata fatta con il fil di ferro come è d'uso da queste parti mentre per il resto del percorso la delimitazione è costituita da sassi per lo più bianchi. Le regole sono poche e vanno rispettate se si vuol salvaguardare questi siti; non oltrepassare le pietre, cedere il passo al pinguino che attraversa e soprattutto non toccare gli animali per non modificarne l'odore in quanto l'olfatto è l'unico mezzo che hanno per riconoscersi in mezzo a milioni di individui. Contaminandoli i piccoli non riconoscerebbero più i loro genitori e viceversa e sarebbero condannati a morte sicura.
I pinguini non riescono a guardare con entrambi gli occhi nella stessa direzione perchè questi sono posizionati ai lati della testa; se l'animaletto gira la testa come in senso di diniego è segno che non si sente sicuro, è a disaggio e potrebbe attaccare. In questo caso è meglio allontanarsi.
Pensavo che il sentiero portasse alla colonia di pinguini invece siamo già nel mezzo di uno degli spettacoli della natura più belli; non siamo seduti sulla poltrona a guardare il filmato di Piero Angela alla televisione ma siamo dentro la TV, davanti alla cinepresa e non dietro. Siamo circondati da pinguini; adulti, è difficilissimo distinguere il maschio dalla femmina, giovani nati l’anno scorso che stanno cambiando muta e che per questo non possono entrare in acqua e mangiare, e giovanissimi nati da poco che sembrano finti, dei peluche.
Siamo in piena steppa patagonica; il mare non è lontano ma non si vede. Le tane sono scavate nella sabbia o sono in mezzo ai cespugli o sono buche nella sabbia sotto i cespugli; alcuni sono dentro la tana ma la maggioranza è fuori.
I pinguini di Magellano trascorrono circa otto mesi in mare aperto al largo del Brasile senza mai toccare terra poi al momento della riproduzione vengono sulle coste della Patagonia; sono monogami, il maschio arriva per primo e torna al vecchio nido, ne prende possesso se è ancora agibile e aspetta l'arrivo della femmina. Chi trova il nido distrutto o occupato deve procurarsene un'altro; gli ultimi arrivati riescono a trovare spazio solo molto lontano dalla spiaggia, quindi dal mare che rappresenta il cibo.
La femmina depone due uova e si alterna col maschio alla cova mentre l'altro va al mare a mangiare. Quando nascono i piccoli i genitori vanno al mare a mangiare alternativamente e tornano al nido a rigurgitare il cibo ai pulcini. Le due uova si schiudono a distanza di una settimana per cui nel nido ci sarà un pulcino più grande dell'altro che sfrutterà la sua forza per mangiare per primo e a sazietà. Se il nido è vicino al mare i genitori possono fare più viaggi al giorno per fare provviste e di questo ne beneficiano anche i secondogeniti mentre per i nidi più lontani il discorso cambia e il secondo nato è condannato a morte sicura.
Per buona parte il sentiero che percorriamo è parallelo alla spiaggia quindi taglia la strada ai pinguini che vanno o tornano dal mare; nei punti dove il passaggio è più intenso è stata costruita una passerella rialzata in modo che le bestiole possano passare indisturbate sotto di essa. La lontananza dal mare per quelli che abitano lontano è accentuata dal fatto che il pinguino cerca la strada da fare con l’olfatto per cui è costretto a fermarsi dopo pochi passi per annusare l’aria e poi ripartire e quando finalmente arriva al mare dove c'è un grandissimo assembramento impiega molto tempo prima di immergersi in acqua. Questa lentezza gioca purtroppo a sfavore dei piccoli nati in fondo alla colonia.
C’è una grandissima spiaggia con al centro un piccolo promontorio di porfido; è tutto pieno di pinguini che aspettano il momento buono per immergersi. Dopo poco si comincia a riconoscere le tane abitate dal colore chiaro del guano che le circonda e dando uno sguardo d’insieme alle colline circostanti si riesce a capire meglio l’immensità della colonia.
Tanti guanaco condividono il territorio senza entrare in conflitto con gli eleganti pinguini; qua e la si vedono piccoli roditori di media grandezza senza coda e piccolissimi topolini di pochi centimetri con coda dal potente squittio.
La giornata è piacevolmente ventosa e nulla fa presagire quello che di li a poco succederà; senza il benché minimo preavviso il vento cresce di intensità provocando una tempesta di sabbia che copre il cielo e riduce la visibilità a pochi metri. Una sabbiatura in piena regola; scene apocalittiche con le persone piegate per offrire meno superficie al vento, nebbia color ocra dal quale a sprazzi fa capolino qualche raggio di sole, cespugli piegati e fantasmini alti poco più di mezzo metro che ti circondano e che mantengono la loro eleganza nei movimenti anche in queste condizioni.
Il vento forte rimane ma fortunatamente la sabbia in sospensione diminuisce cosicché dopo una quindicina di minuti la visibilità torna quasi normale pur rimanendo difficile deambulare. Dal punto di vista… sonoro sembra di essere in un grande allevamento di asini infatti il verso di questi simpatici animaletti è incredibilmente somigliante a quello degli altrettanto simpatici somarelli tanto che vengono chiamati anche Jackson Penguin.
Essere a mezzo metro da due piccoli fratelli che lottano tra loro per mangiare il cibo che il genitore rigurgita per loro è una scena che difficilmente si potrà dimenticare.
Trelew oggi è una tranquilla cittadina che vive soprattutto grazie agli affari che ruotano intorno all’aeroporto che serve tutta la regione. Nel 1972 la città divenne famosa nel mondo per l’uccisione a sangue freddo di decine di prigionieri politici detenuti nel carcere cittadino che avevano tentato la fuga in massa cercando di fuggire via aereo dalla base militare. Questa storia è documentata ma si vocifera che buona parte degli oppositori politici desaparecidos siano passati da questa base militare e lanciati nel vuoto nella sterminata e deserta steppa patagonica durante voli notturni.
Nella piazza principale di Trelew, vicino al padiglione per la musica, incontrato un signore emigrato in Argentina coi genitori quando aveva undici mesi; il suo italiano è fantastico, un misto di siciliano e spagnolo condito da tanti macari che ultimamente Andrea Camilleri ci ha fatto conoscere con i suoi scritti.
Vicino Trelew c’è la cittadina di Gaiman; è di origine gallese e del suo passato rimangono diversi edifici in classico stile anglosassone come la vecchia stazione ferroviaria, il vecchio ufficio postale e diverse abitazioni civili tutte assorte a patrimonio cittadino protetto.
I gallesi furono tra i primi a giungere in Patagonia; non tutti erano agricoltori e la steppa patagonica che trovarono non era facile da coltivare. All’inizio sopravvissero solo grazie all’aiuto dei Tehuelche, la popolazione indigena, poi trovarono la verdeggiante valle del Rio Chubut e vi si stabilirono.
E’ prassi fermarsi in una sala da tè, tè che viene servito accompagnato da dolci della tradizione gallese. Il locale è nuovo ma arredato con oggetti antichi a cominciare dalla enorme vecchia cassa. Il tè è ottimo, tante le qualità di dolci più o meno buoni a seconda del gusto personale; 45 $ a testa seguiti da cinque minuti di sana follia al vicino parco giochi nell’attesa del minibus.
Cenato al ristorante Puerto Marasco con un’ottima bistecca e patate fritte per 48 $ più 16 $ per un litro di birra scura. In questi giorni in Penisola Valdés siamo stati accompagnati da Juan, una guida preparata, disponibile e soprattutto simpatica; il minibus con autista e Juan ci sono costati 75 euro a testa.