Ushuaia
24 febbraio 2010, mercoledì
Col minibus ci dirigiamo verso il Parque Nacional Tierra del Fuego; la compagnia del minibus è la Don Alejo. Ogni due ore un pulmino della compagnia collega il parco a Ushuaia e questo sarà il mezzo per ritornare in hotel. L’autista ci dice che possiamo prendere anche i minibus della compagnia Passerella.
Percorriamo la Ruta 3; passiamo per la stazione del trenino che raggiunge il parco. Sono pochi chilometri su vetture d’epoca su scartamento ridottissimo e comunque dall’arrivo occorre prendere il bus per raggiungere il parco.
L’ingresso è 50$ a testa; il minibus ci lascia alla Ensenada Zaratiegui dove inizia il percorso costiero. C’è un piccolo ufficio postale dove per 6$ l’impiegato dagli enormi baffi appone francobollo, timbro e data sul passaporto. Siamo sul Canal Beagle e il percorso costiero si sviluppa lungo la Baia Lapataia; ci sono piccole e bellissime spiaggette che da noi sarebbero prese d’assalto dai bagnanti. Il sentiero è sul limitare del e spesso sconfina in spiaggia e avvolte la spiaggia si trasforma in prato con tante margherite fiorite. In uno di questi prati due oche con piumaggio da faraona pascolano tranquille; un’aquila spaventata dal nostro arrivo lascia a terra il suo pasto e vola via appollaiandosi sui rami di un albero vicino tenendo d’occhio i resti del suo coniglio poi va via definitivamente.
Il sentiero lascia il mare e si addentra nel bosco di coihue fino a raggiungere la strada, la Ruta 3 che costeggiamo fino alla Confetteria Lago Roca; ci sono tanti conigli e questo spiega la presenza dei rapaci. Dopo la confetteria si costeggia un po’ il lago poi, dopo aver superato il fiume che all’atto pratico è poco più di un ruscello, si trova il bivio tra il percorso Hito XXIV che raggiunge il confine cileno e il Guanaco che raggiunge un belvedere sull’omonima montagna.Prima di iniziare la salita molto impegnativa al Cerro Guanaco c’è un cartello che vieta di iniziare il trek dopo le 12.00 e comunque lo sconsiglia a chi non è adeguatamente equipaggiato. Raggiungiamo un primo belvedere salendo di 400 metri in poco più di un chilometro; è molto duro ma siamo premiati da una meravigliosa vista sul lago sottostante.
Proviamo a salire per un’altra mezz’ora per poter iniziare poi la discesa in tempo utile per essere alla confetteria alle 17.00 ma a un certo punto rinunciamo perché il percorso è molto fangoso, ci rallenta e comunque non riusciremmo a raggiungere in tempo utile una zona panoramica.
Cena in hotel a base di centolla; tre, quattro pezzi interi della polpa delle chele sopra il resto della polpa del granchio sfilacciato e il tutto sopra un letto di lattuga tagliuzzata fine. Servito freddo con una fetta di limone per chi lo gradisce; sapore delicato, ottimo. Vino bianco che dal profumo sembra vermentino e, visto che oggi è il compleanno di Azelio, festeggiamo con due piccole torte e candeline.