Buenos Aires-Roma
28 febbraio 2010, domenica
Dopo cena si spengono le luci e vengono fatte abbassare le tapparelle degli oblò di questo Airbus 340-200, tapparelle che il personale di bordo pretende che rimangano chiuse anche quando passata la lunga notte quasi tutti hanno gli occhi aperti e sul monitor sono proiettate le immagini dell’ormai odiato Harry Potter che ci siamo sorbiti ben quattro volte tra andata e ritorno.
Come da prassi la fine del film segna l’inizio della colazione; sul monitor appare l’ora di arrivo previsto, 18.15. E’ un orario che se rispettato tranquillizza chi deve proseguire da Roma con altri voli interni ma mette agitazione a chi ha il treno prenotato e, tra l’altro, il posto di lavoro che l’aspetta domattina.
L’orario di arrivo previsto è stato rispettato ma si riferisce al momento in cui l’aereo… mette i piedi a terra e non tiene conto del tour tra i raccordi dell’aeroporto di Fiumicino prima e la lunga attesa dei bagagli dopo che ci fanno perdere tutti i treni; un pessimo epilogo a un viaggio stupendo effettuato in compagnia di persone simpatiche e interessanti che hanno condiviso con me emozionanti scenari, faticose salite, ricche cene, piccole stanze e qualche bagno in comune.